Luci di Maria - Maggio | Giugno 2018 - page 6

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Figlio è inchiodato al legno della croce.
Fino a quel giorno, Maria era
quasi sparita dalla trama dei Vangeli: gli
scrittori sacri lasciano intendere que-
sto lento eclissarsi della sua presenza,
il suo rimanere muta davanti al miste-
ro di un Figlio che obbedisce al Padre.
Però Maria riappare proprio nel mo-
mento cruciale: quando buona parte
degli amici si sono dileguati a motivo
della paura. Le madri non tradiscono,
e in quell’istante, ai piedi della croce,
nessuno di noi può dire quale sia stata
la passione più crudele: se quella di un
uomo innocente che muore sul patibo-
lo della croce, o l’agonia di una madre
che accompagna gli ultimi istanti della
vita di suo figlio. I vangeli sono laconi-
ci, ed estremamente discreti. Registra-
no con un semplice verbo la presenza
della Madre: lei “stava” (
Gv
19,25), Lei
stava. Nulla dicono della sua reazione:
se piangesse, se non piangesse… nulla;
nemmeno una pennellata per descri-
vere il suo dolore: su questi dettagli
si sarebbe poi avventata l’immagina-
zione di poeti e di pittori regalandoci
immagini che sono entrate nella storia
dell’arte e della letteratura. Ma i vange-
li soltanto dicono: lei “stava”. Stava lì,
nel più brutto momento, nel momen-
to più crudele, e soffriva con il figlio.
“Stava”.
Maria “stava”, semplicemente
era lì. Eccola nuovamente, la giovane
donna di Nazareth, ormai ingrigita nei
capelli per il passare degli anni, ancora
alle prese con un Dio che deve esse-
re solo abbracciato, e con una vita che
è giunta alla soglia del buio più fitto.
Maria “stava” nel buio più fitto, ma
“stava”. Non se ne è andata. Maria è lì,
fedelmente presente, ogni volta che c’è
da tenere una candela accesa in un luo-
go di foschia e di nebbie. Nemmeno lei
conosce il destino di risurrezione che
suo Figlio stava in quell’istante apren-
do per tutti noi uomini: è lì per fedeltà
al piano di Dio di cui si è proclamata
serva nel primo giorno della sua voca-
zione, ma anche a causa del suo istinto
di madre che semplicemente soffre,
ogni volta che c’è un figlio che attra-
versa una passione. Le sofferenze delle
madri: tutti noi abbiamo conosciuto
donne forti, che hanno affrontato tan-
te sofferenze dei figli!
La ritroveremo nel primo
giorno della Chiesa, lei,
Madre di spe-
ranza
, in mezzo a quella comunità di
discepoli così fragili: uno aveva rinne-
gato, molti erano fuggiti, tutti avevano
avuto paura (cfr
At
1,14). Ma lei sem-
plicemente stava lì, nel più normale dei
modi, come se fosse una cosa del tutto
naturale: nella prima Chiesa avvolta
dalla luce della Risurrezione, ma anche
dai tremori dei primi passi che doveva
compiere nel mondo.
Per questo tutti noi la amia-
mo come Madre. Non siamo orfani:
abbiamo una Madre in cielo, che è la
Santa Madre di Dio. Perché ci insegna
la virtù dell’attesa, anche quando tutto
appare privo di senso: lei sempre fidu-
ciosa nel mistero di Dio, anche quando
Lui sembra eclissarsi per colpa del male
del mondo. Nei momenti di difficoltà,
Maria, la Madre che Gesù ha regalato a
tutti noi, possa sempre sostenere i no-
stri passi, possa sempre dire al nostro
cuore: “Alzati! Guarda avanti, guarda
l’orizzonte”, perché Lei è Madre di
speranza.
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