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La generazione degli adulti ne rallen-
ta l’avanzata, li fa attardare nel freddo
della stagione invernale, quella della
precarietà, dell’incertezza, del vuoto di
modelli e ideali. Vale per il lavoro, per
gli affetti, per la possibilità di formarsi
una famiglia. Come le rondini, anche
molti giovani rischiano di non inse-
guire più la primavera. I dati statistici
recenti (circa il 40% di disoccupazione
giovanile) ed i fatti di cronaca sono in-
dice del diffuso malessere dei giovani.
Di fatto nella società
contemporanea i gio-
vani vengono visti e
valorizzati solo come
soggetti di consumo.
Per il resto essi sono
sfruttati, malpagati
o addirittura tenuti
lontano dal mondo
del lavoro degli adul-
ti, gelosi dei loro pri-
vilegi.
Questo porta i gio-
vani a nutrire “sfi-
ducia, indifferenza o
indignazione verso
le istituzioni”, anche
verso la Chiesa, con-
siderata sempre più un inutile relitto
del passato.
Ma nel generale quadro di incertezze,
i giovani sentono “il bisogno di figure
di riferimento vicine, credibili, coerenti
e oneste, oltre che di luoghi e occasio-
ni in cui mettere alla prova la capaci-
tà di relazione con gli altri (sia adulti,
sia coetanei) e affrontare le dinamiche
affettive. Cercano figure in grado di
esprimere sintonia e offrire sostegno,
incoraggiamento e aiuto a riconoscere
i limiti, senza far pesare il giudizio”. Il
Papa Francesco nel messaggio per la
scorsa giornata mondiale della gioven-
tù ha suggerito ai giovani di incontrarsi
con gli adulti e addirittura con i nonni:
“Vi rendete conto della straordinaria
fonte di ricchezza che è l’incontro tra
i giovani e gli anziani? Quanta impor-
tanza date agli anziani, ai vostri nonni?
Giustamente voi aspirate a prendere il
volo, portate nel cuore tanti sogni, ma
avete bisogno della saggezza e della
visione degli anziani. Mentre aprite le
ali al vento, è impor-
tante che scopriate le
vostre radici e rac-
cogliate il testimone
dalle persone che vi
hanno preceduto…
Come Maria con
Elisabetta, rivolge-
te il vostro sguardo
agli anziani, ai vostri
nonni. Vi diranno
cose che appassione-
ranno la vostra men-
te e commuoveranno
il vostro cuore”.
L’annuncio della re-
surrezione è stato af-
fidato a un giovane.
Certo esiste una giovinezza del cuore
capace di superare anche l’immobilità
e la lentezza della vecchiaia: è la gio-
vinezza data dalla fede e dal desiderio
della missione, di comunicare a tutti la
gioia che Dio ha vinto la morte, che il
sepolcro è vuoto, che Cristo ci “pre-
cede in Galilea”. E’ la risurrezione di
Cristo che ci rende amanti della vita,
capaci di testimoniare la primavera del-
la Vita nuova in Cristo.
Suor M. Antonia Casotto