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LETTERA DELLA
MADRE GENERALE
C a r i s s i m e
lettrici e let-
tori,
Buona Pa-
squa!
La
gioia della
risurrezione
di Gesù tra-
bocchi nei
nostri cuori!
Mentre por-
go questo
augurio, mi chiedo come esso possa
diventare realtà e penso ai primi testi-
moni della Risurrezione di Gesù, alle
donne, a San Pietro e a San Giovanni,
corsi al sepolcro la mattina di Pasqua e
trovatolo vuoto, credettero ricordando
le parole che Gesù aveva detto quando
era con loro. Vogliamo credere anche
noi. Lasciare le tristezze e le preoccu-
pazioni ai piedi della croce di Gesù e,
con infinita gratitudine, nel suo amore,
lasciarci avvolgere dalla sua risurrezio-
ne che tutto guarisce e rinnova.
Il venerabile Marcucci in una lettera
alle suore da Montalto, la Domenica
di Pasqua 11 Aprile 1773, paragona
l’effetto della Risurrezione di Gesù a
ciò che avviene in natura: “il
Sole
, che
nella sera tramonta e muore agli occhi
nostri, lasciandoci nel buio, rinasce poi
tutto lucido, e si ravviva nel bel mat-
tino, apportandoci un chiaro allegro
giorno. Perde ancora la
Luna
il suo
splendore, e muore nel totale suo de-
crescimento, per farsi poi veder rav-
vivata di chiarore nella sua pienezza.
Muoiono i vaghi
fiori
, e le molli
erbette
ne’ Prati, come pure le
fronde
, e le
frutta
negli Alberi, uccise dai fieri aquiloni del
crudo Inverno; ma poi nella grata Pri-
mavera, e nel giocondo Autunno, più
belle e fresche che mai si fan rivedere
risorte. Gemono le
Viti
, ed i gentili
Ar-
boscelli
, qualor da mano spietata vengon
recisi; ma a stagione piacevole, eccoli
su ravvivati con copiose verdeggianti
novelle. Marciscon sotterra e muoiono
le
Semine
de’
Grani
e delle
Biade
, ma al-
lora è appunto quando si dispongono a
fare il loro moltiplicato risorgimento”.
La logica della natura ci invita ad acco-
gliere la sofferenza e la solitudine per
permettere alla vita, alla vita di Dio, di
fiorire e, prima ancora, di accorgerci
dei sui germogli e custodirli come una
promessa.
Il Papa, nel messaggio per la 55ª Gior-
nata mondiale di preghiera per le vo-
cazioni, che si celebra il 22 aprile, ci
ricorda che “Ascoltare la chiamata
del Signore non ha l’evidenza di una
delle tante cose che possiamo sentire,
vedere o toccare nella nostra esperien-
za quotidiana. Dio viene in modo si-
lenzioso e discreto, senza imporsi alla
nostra libertà… Occorre predisporsi a
un ascolto profondo della sua Parola
e della vita, prestare attenzione anche
ai dettagli della nostra quotidianità, im-
parare a leggere gli eventi con gli oc-
chi della fede, e mantenersi aperti alle
sorprese dello Spirito. Non potremo
scoprire la chiamata speciale e perso-
nale che Dio ha pensato per noi, se re-
stiamo chiusi in noi stessi, nelle
nostre
abitudini e nell’apatia di chi spreca
la
propria vita nel cerchio ristretto del