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o prendendo “una medicina” diventa
per l’uomo un oggetto, uno strumento,
al di fuori della spontaneità, delle te-
nerezze e delle delicatezze dell’amore,
allora non si comprende perché questo
modo di procedere
(consentito nel ma-
trimonio) sia proibito
fuori del matrimo-
nio”.
Nell’Angelus
dell’11 agosto 1968,
il papa accolse e be-
nedisse anche colo-
ro che non avevano
condiviso il docu-
mento: “Un’altra in-
tenzione è nel nostro
cuore in questi gior-
ni. Voi conoscete i
commenti alla nostra
ultima enciclica “Hu-
manae Vitae”; moltis-
simi commenti sono nobilissimi e fa-
vorevoli, altri no: chiediamo al Signore
che conforti il nostro magistero della
sua autorità, della sua serenità e della
sua bontà. Siano benedetti tutti coloro
che lo accolgono, e lo siano pure co-
loro che lo avversano, affinché la loro
coscienza sia illuminata e guidata da
rettitudine dottrinale e morale”.
A suo conforto, il papa, par-
landone ancora con Jean Guitton, ag-
giunse: “Del resto, dopo l’enciclica, ci
sono pervenute delle approvazioni da
parte di ebrei, di musulmani, di prote-
stanti, anche da parte di atei, cioè da
coloro che si preoccupano dell’uomo.
Un rapporto redatto in Italia sulla sa-
lute pubblica esamina e condanna i pe-
ricoli della pillola. Molti medici e molti
uomini politici non oseranno mai con-
dannare la pillola in forza della “morale
della libertà” che predomina in questo
momento nel mondo. Noi non siamo
obbligati a rispettare l’opinione dei più!
Portiamo il peso dell’umanità presente
e futura”.
Don Antonio Lanzoni, vice postula-
tore della Causa di beatificazione di
Paolo VI, confida che gli è giunta una
lettera di una mamma, nella quale “vo-
leva ringraziare tanto di cuore il papa
Montini per l’enciclica “Humanae Vi-
tae”, perché senza questo documento
lei non sarebbe mai nata. E’ stato il
messaggio chiaro e inequivocabile del
documento a far accettare ai suoi ge-
nitori che era possibile aprirsi alla vitae
accogliere “un nuovo arrivo” nel foco-
lare domestico”.